Proprio in questi giorni siamo in giro per le scuole a parlare di Costituzione, grazie a La Costituzione in tasca, appena uscito, che è in qualche modo un sostegno e rafforzamento del nostro Lorenzo e la Costituzione. Sia Lorenzo che La Costituzione in tasca hanno delle madri, che non finiremo mai di ringraziare: Daniela Longo e Rachele Lo Piano per il primo, Elisabetta Morosini e Valeria Cigliola per il secondo.
Se nel primo, ormai da molti anni, “diciamo” la Costituzione, ne spieghiamo le parole e i concetti più difficili per bambini e bambine, nel secondo invitiamo a lavorare sulla Costituzione, saltando da un articolo all’altro, trovando in essi la coerenza che padri e madri costituenti sono riusciti a dare alla nostra carta costituzionale, con lungimiranza e esattezza.
Ne La Costituzione in tasca Giovanni, uno dei protagonisti – quello apparentemente meno interessato a studiare e a riflettere – tira fuori subito una parola che lo interessa. Quella parola è LIMITI. Che compare subito nel primo articolo. Quelle donne e quegli uomini, giovanissimi, che avevano il compito di scrivere la base di tutte le leggi future della neo-nata Repubblica, venivano da una dittatura orribile. E sapevano quanto il “popolo sovrano” senza dei limiti potesse non trovare la chiave giusta per trovare soluzioni ai problemi. Che sarebbero sorti, inevitabilmente. Perché la convivenza in una democrazia non è cosa semplice, anzi, è terribilmente complessa. E allora servono paletti e regole, servono garanzie per evitare che vada al governo chi sbandiera un irresponsabile senso di giustizia, raccontata con poche e povere parole, ma ben chiare a chi è stanco, a chi si sente oppresso, frustrato, a chi da troppo tempo è stato invitato a lamentarsi piuttosto che a partecipare.
Giovanni ritaglia e tiene con sé quella parola, presa direttamente dall’articolo 1: LIMITI.
«La Costituzione nasce per regolare le forme di esercizio del potere riconosciuto al popolo, ma anche e ancor prima per stabilire i confini di questo potere, quindi per limitarlo. I limiti sono espressi e dichiarati in apertura, nel primo articolo, dove si afferma l’importanza della sovranità popolare, per poi subito ricordare che non si tratta di un valore assoluto, esso deve arrestarsi di fronte al limite posto dagli altri valori costituzionali, non può travolgerli, né prevaricarli, anche se quella fosse la volontà della maggioranza dei cittadini».
Non è cosa difficile da comprendere, se si è capaci e se si ha voglia di farlo.
Incontrando bambini e bambine è facile spiegare loro che servono delle regole per stare insieme e collaborare e che quando si ha paura non si ragiona più lucidamente.
Oggi dovremmo tutti insieme pretendere un ragionamento lungimirante e non basato sul “qui e ora”, su facili soluzioni, ipotizzando un paese che facilmente si riprenderà, agendo semplicemente su due o tre cose che apparentemente sembrano le sole questioni fondamentali, senza affrontare la gestione di problemi complessi con altrettanta complessità.
Che cosa possiamo fare? Non perdere la testa, usarla per pensare come ci ha ben insegnato Gianni Rodari. Mettersi insieme per valutare e gestire i grandi problemi che dobbiamo affrontare: il lavoro, la spesa pubblica, l’evasione fiscale, i migranti. Come farlo capire ai grandi? Una nuova conferenza degli animali, che rapiscano tutti i bambini fino a che gli adulti non ritrovino la ragione?
Ci auguriamo che tutte le librerie per ragazzi in questi giorni mettano in vetrina i tanti libri che parlano di Costituzione. Che studiarla e capirla oggi fa bene anche ai grandi.
E vi aspettiamo il 6 giugno a Milano, nella libreria Spazio Bk, alle 19: per parlare di questi temi e del nostro libro con le autrici Elisabetta Morosini e Valeria Cigliola, insieme a Nando Dalla Chiesa e Armando Spataro.