Al lettore che perde lo sconto sui libri e che per questo non leggerà più

pubblicato in: Il mestiere dell'editore

Il 27 dicembre scorso è stato approvato all’unanimità dall’aula del Senato il Disegno di Legge sul sostegno e la promozione della lettura, che ora diventa legge. Molte polemiche nel mondo dell’editoria in particolare sull’articolo 8, quello che riguarda il blocco dello sconto al 5%. Per qualcuno questo darà diminuire ancor di più il numero dei lettori. Per altri no, anzi. Ecco la nostra opinione.

Siamo davvero sicuri che la motivazione per cui non si compra un libro sia meno di due euro?

Infatti se il prezzo medio di copertina calcolato da AIE per il 2019 è pari al 19,48 euro (per i libri per ragazzi è decisamente più basso, intorno ai 12 euro), il lettore perdendo il 10% di sconto perde poco meno di due euro (non sempre).

Siamo davvero sicuri che la promozione e la educazione alla lettura passi per lo sconto?

Roma, biblioteca condominiale per circa 140 condomini. Un fiore all’occhiello, oltre 4000 libri tra cui molte novità. Dopo un primo momento di fervore, nessuno scende a prendere un libro in prestito, racconta sconsolata una delle persone che si occupa della biblioteca, anche se potrebbe scendere in vestaglia.
Zafferana Etnea, Vicenza (e in alcuni altri territori del nostro paese, dove probabilmente ci sono dei sereniani rapiti nei primi anni ’60 dagli abitanti del Pianeta degli alberi di Natale): nelle scuole che da anni praticano l’educazione alla lettura i ragazzini leggono dai 10 ai 20 libri l’anno.
Siamo davvero sicuri che la promozione della lettura e dei libri passi per lo sconto? E come scrive il Presidente dell’AIE, Riccardo Levi, «saranno principalmente i lettori e le famiglie a pagare»?

Entriamo dentro la legge

Proviamo a soffermarci sull’art. 8 per convincere quel lettore che pensa sia uno svantaggio acquistare un libro al 5% anziché al 15% di sconto.

L’arti. 8 del disegno di legge prevede –  per tutelare pluralismo dell’informazione e dell’offerta editoriale “anche attraverso il contrasto di pratiche limitative della concorrenza”, (comma 1) – che non si facciano sconti oltre il 5%: La vendita di libri ai consumatori finali, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, è consentita con uno sconto fino al 5 per cento del prezzo apposto ai sensi del comma 1. Proseguendo […] Per un solo mese all’anno, per ciascun marchio editoriale, le case editrici possono offrire sul prezzo di vendita dei propri libri uno sconto maggiore del limite di cui al comma 2, primo periodo, ma comunque non superiore al 20 per cento del prezzo apposto ai sensi del comma 1. L’offerta è consentita nei soli mesi dell’anno, con esclusione del mese di dicembre, stabiliti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, da adottare, in sede di prima attuazione, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. L’offerta non può riguardare titoli pubblicati nei sei mesi precedenti a quello in cui si svolge la promozione.

Avremo dunque dei periodi di “saldi” durante l’anno, entro il 20% di sconto, che però non potranno riguardare le novità.

Gli sconti alle scuole

Citando sempre dalll’art. 8: Il limite massimo di sconto di cui al primo periodo è elevato al 15 per cento per i libri adottati dalle istituzioni scolastiche come libri di testo Dunque non solo i manuali, ma anche per l’adozione alternativa al libro di testo.

Gli sconti alle biblioteche

Ancora dall’art. 8, per le biblioteche di pubblica lettura non si applica il limite di sconto. Ecco il testo: I limiti massimi di sconto di cui al primo e al secondo periodo non si applicano alle vendite di libri alle biblioteche, purché i libri siano destinati all’uso dell’istituzione, restando esclusa la loro rivendita

Siamo associati AIE ma non condividiamo le comunicazioni del Presidente che riguardano il pericolo dovuto allo sconto

Siamo convinti che democrazia significhi anche conflitto e discussione, pluralità di punti di vista. Opinioni diverse sono anche nella Associazione Forum del Libro di cui facciamo parte e che largamente ha contribuito all’impianto di questa legge, soprattutto per quanto riguarda la lettura a scuola e la salvaguardia.
Siamo dentro AIE perché il gruppo ragazzi è quello che ha lavorato da sempre per tutti, e ha offerto all’AIE il progetto #Ioleggoperchè che oggi viene portato come esempio magnifico di quanto la nostra associazione investa in promozione alla lettura.
Siamo dentro AIE perché è tra i fondatori della nuova IBBY Italia rinata grazie all’impegno di un gruppo di associazioni che ha coinvolto anche la nostra.
Siamo dentro AIE, ma molti editori sono usciti da AIE proprio per le posizioni del Presidente Levi su questa legge.
Crediamo sia importante, come già fatto da Giuseppe e Alessandro Laterza su La Repubblica di qualche giorno fa, far sentire le voci diverse che esistono nella Associazione.
Riteniamo importante sottolineare i tanti aspetti per i quali noi editori dovremmo essere contenti di una legge sul libro. E cioè

Cosa ci guadagna il lettore perdendo circa 2 euro

Forse sarebbe adatto un condizionale qui: cosa ci guadagnerebbe il lettore perdendo (non sempre) circa due euro sull’acquisto di un libro (meno se acquista un libro per ragazzi). Perché se non si agisce la legge resta vuota. Siamo noi cittadini ora che dobbiamo riempirla di valore.

Un sostegno alle librerie, soprattutto a quelle indipendenti che hanno la loro forza nel mestiere di saper selezionare e scegliere libri, che sanno darci quello che non sapevamo di cercare. Che possono accendere luci nei territori anche più disagiati, che possono luoghi di incontro e dibattito.

Infatti il librario indipendente potrà essere messo nella condizione di poter competere alla pari con le grandi catene e con i negozi on line. Chi preferisce il canale on line potrà continuare ad utilizzarlo.

Un maggiore e più organizzato sostegno alle biblioteche di pubblica lettura e alle politiche di educazione alla lettura. Concetto vago questo se non vigiliamo e soprattutto se le istituzioni come il Centro del Libro non si adopereranno per mettere a sistema le migliori pratiche di diffusione ed educazione alla lettura senza rincorrere il “qui e ora” al quale fino ad oggi erano costretti.

Finalmente la lettura a scuola entra dalla porta principale

Sappiamo tutti che bisogna iniziare da piccoli a porre le basi per una testa pensante. La scuola è il luogo principale per crescere cervelli che leggono. Con tutto ciò che ne consegue. Ecco l’art. 5 in tutta la sua interezza, che solo per questo articolo bisognerebbe brindare perchè è un primo passo importante e sul quale bisogna darsi molto da fare.

Art. 5. (Promozione della lettura a scuola)

  1. Le scuole statali e non statali di ogni ordine e grado, nell’ambito dell’autonomia loro riconosciuta, promuovono la lettura come momento qualificante del percorso didattico ed educativo degli studenti equale strumento di base per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla cultura nell’ambito della società della conoscenza.
  2. Al fine di promuovere la lettura a scuola, gli uffici scolastici regionali individuano, attraverso appositi bandi, nelle reti tra istituzioni scolastiche del medesimo ambito territoriale, di cui all’articolo1, comma 70, della legge 13 luglio 2015, n. 107, la scuola che opera quale «polo responsabile del servizio bibliotecario scolastico di ogni ordine e grado», di seguito denominata « scuola polo ».
  3. Salvo quanto previsto dal comma 4 (che riguarda la capitale italiana del libro ndr) ciascuna scuola polo, avvalendosi delle eventuali risorse rese disponibili per l’attuazione dei patti locali per la lettura ai sensi dell’articolo 3, comma 2, nonché di quelle già disponibili a legislazione vigente, ivi comprese quelle concernenti l’organico dell’autonomia di cui all’articolo 1, comma 65, della legge 13 luglio 2015, n. 107, può:
  4. a) promuovere la collaborazione tra le istituzioni scolastiche della rete e quelle del territorio, con particolare riferimento alle biblioteche di pubblica lettura e alle altre istituzioni o associazioni culturali, al fine di promuovere la lettura tra i giovani. I relativi progetti possono essere realizzati anche con l’utilizzo dei materiali delle Teche della società RAI – Radiotelevisione italiana Spa;
  5. b) organizzare la formazione per il personale delle scuole della rete impegnato nella gestione delle biblioteche scolastiche.
  6. Ai fini dell’attuazione della lettera b) del comma 3 è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021

Considerazioni finali

Da ultimo: un editore come noi non può competere con una politica di sconti non regolamentata. Anche per gli editori vale quello che si è detto per le librerie: competere alla pari. Oggi resistiamo felicemente, grazie ad un lavoro estremamente impegnativo. Non ci spaventa l’impegno, ci spaventa l’impossibilità di essere visibili, di non avere luoghi – come le librerie indipendenti, le scuole, le biblioteche – dove i nostri libri possano essere acquistati. Ad un giusto prezzo. Che contenga il lavoro di tutti, nessuno escluso.

Attenzione però: la chiusura di tante librerie, pochi fondi e attenzione alle biblioteche di pubblica lettura (dove i libri si possono avere gratis) e alla lettura a scuola e dunque una scarsa vendita di libri di qualità e non di cassetta, potrebbe farci correre il rischio di ritrovarci solo libri di cassetta. Noi editori indipendenti lavoriamo perché questo non accada. E abbiamo tanti lettori dalla nostra parte. Che vanno in biblioteca o acquistano con un prezzo meno scontato.

E allora: Siamo davvero sicuri che non ci guadagniamo tutti spendendo (ogni tanto) due euro in più per acquistare un libro per adulti? E per i libri per ragazzi molto meno?